Rocket Science SEO: l’Information Retrieval festival

In un tanto caldo quanto nuvoloso venerdì di metà maggio, per i patiti di calendari e numeri precisamente il 19 maggio, all’hotel Michelangelo di Milano si è tenuto un evento che oserei definire quasi epocale.

Sì, perché di questo si tratta: Rocket Science SEO, alla sua prima mondiale, è stato un evento sull’IR, ovvero Information Retrieval, totalmente NO PROFIT (scrivo in maiuscolo perché rimanga ben impresso, data l’eccezionalità di questo termine accostato a “convegno di web marketing”).

Bizzarro, vero? Eppure la motivazione principale dietro a questa scelta è molto semplice: si trattava di un esperimento, promosso tra l’altro a pieni voti, data l’incognita nell’interesse generato da un argomento spesso maltrattato e accantonato in (s)favore di ben più altisonanti “Come ottenere facilmente la prima posizione per sticazzi” o “Come migliorare l’indicizzazione di sticazzi” e “Tecniche SEO per piccole imprese/turismo/sticazzi” (dove sticazzi = variabile che indica una qualunque parola del vocabolario).

Cos’è l’information retrieval?

Information Retrieval: questa sconosciuta. Anche se in realtà sarebbe il cuore pulsante dell’attività del più rispettabile SEO, in molti ignorano tuttora la sua esistenza. L’information retrieval (altresì identificata con l’acronimo IR, giusto perché “everybody loves acronimi”), è la scienza poco esatta e molto interpretata delle tecniche per gestire la rappresentazione, la memorizzazione, l’organizzazione e l’accesso ai contenitori di informazioni. Oppure in modo più terra-terra “come i motori di ricerca gestiscono i contenuti dei siti web e li distribuiscono ad ogni query degli utenti, nel modo più pertinente possibile”.

Si tratta quindi di un argomento molto tecnico che, a differenza dei soliti discorsi di ottimizzazione sito-web-centrici, tiene invece conto di tutte quelle meccaniche che si celano “sotto il cofano” dei motori di ricerca (ricordando che in Italia vige l’equazione “motori di ricerca = Google”).

Un argomento normalmente trattato solamente da pochi virtuosi della SEO, per lo più topi di biblioteca dell’era digitale, ma che detiene un’importanza enorme: infatti conoscendo l’IR, si conosce il funzionamento del motore di ricerca stesso; questo ci porta a cambiare i nostri punti di vista, passando dalla concentrazione totale sul sito web alla visione generale e d’insieme di tutto quello che è l’universo della gestione delle informazioni sul web.

In poche parole, si tratta di fare quel passo in più che in molti non fanno, per capire quali informazioni stiamo dando in pasto agli utenti e come fargliele trovare nel modo migliore e più pertinente, in un’era fatta di web semantico e concettuale, in cui le semplici parole chiave e i link non sono più il sole intorno a cui tutto ruota.

Parliamo di IR!

Tanti sono stati gli interventi, tutti di stampo piuttosto tecnico come si è già detto. Per rendere l’idea del significato di “tecnico”: non si contavano le slide in cui erano mostrati brevetti di Google su funzioni del motore di ricerca. “Quel” tecnico.

Non nascondo che molti interventi sono stati tanto interessanti quanto dolorosi da seguire, non tanto per l’argomento trattato, quanto per il “come diavolo fate a far stare un brevetto di google e dei paragrafi di testo in una slide SOLA da presentare tramite proiettore a 350 persone. Sì, già da 3 metri non si capiva nulla.

Ma “lenti di ingrandimento non fornite” a parte, il livello degli speech è stato considerevolmente alto, soprattutto visto il coinvolgimento dello stesso Enrico Altavilla, nel ruolo di co-organizzatore e mattatore della giornata, in ben 5 interventi. Enrico ha dato spazio ad argomenti molto interessanti, iniziando da una panoramica su presente e futuro dell’IR, passando poi a parlare di Panda e Penguin (sempre redivivi) e il loro ruolo nell’IR, del ruolo dei quality rater Google e di tante altre cose in voga ultimamente, come la bufala LSI keyword e di Knowledge Graph tra entità e concetti astratti (forse l’intervento più interessante della giornata).

Oltre al mai deludente Altavilla, gli altri interventi sicuramente più interessanti sono stati quello di Martino Mosna, che ha introdotto i concetti di recupero delle informazioni e precisione; Federico Sasso, che ha parlato di IA e comprensione del testo in un’ottica di IR; infine Giulia Rognoni e Paolo Amorosi, che hanno illustrato il funzionamento di Hummingbird e Rankbrain, due tra i più discussi update agli algoritmi di google.

#brevetti

Brevetti Google

Brevetti ovunque, questa manifestazione è stata un successo grandioso. Complice sicuramente il prezzo economicissimo, il vero motivo del successo è stata la bravura degli organizzatori nel riuscire a creare un evento finora unico in Italia, ma anche in tanti altri stati europei. Finalmente è stato dato più spazio a quello che dovrebbe essere l’argomento cardine di ogni buona strategia di ottimizzazione dei contenuti, invece del “ci metto la keyword che mi serve e poi mi faccio linkare da Gigino”.

Il mondo del web cambia fin troppo rapidamente e capire le meccaniche dell’IR è l’unico modo per riuscire a creare nel presente e nel futuro delle valide strategie di ottimizzazione dei nostri contenuti.

sito web: Rocket Science SEO

 

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