Digital Design Days 2019

Nuovo logo, diversa location e, cosa più importante, una line-up di ospiti di caratura internazionale: Digital Design Days 2019 si è infatti contraddistinto dalle edizioni precedenti per una veste tutta nuova.
Curioso di ascoltare la densa lista di speaker in programma e già carico di aspettative prima di partecipare, posso dire che sono rimasto davvero soddisfatto, il DDD non delude mai le attese. Con più di 50 ospiti, tra cui molti personaggi rilevanti nella scena del Digital Design, il DDD 2019 si è confermato uno degli eventi tech più rilevanti dell’anno. 

 Si è parlato di molte tematiche: Experience Design, Storytelling Digitale, Inclusive Design e Intelligenza Artificiale; si sono fatte riflessioni su tecnologie del futuro e di come queste possono offrire il proprio contributo al mondo dell’arte e dell’estetica.
All’interno della location vi erano anche alcune installazioni: tra queste, quella che mi ha colpito particolarmente sfruttava la tecnologia Spark AR, ovvero i filtri ed effetti AR per Instagram.
L’evento ha registrato oltre 3.200 visitatori provenienti da 24 Paesi e con background differenti. Sono stati tre giorni intensi, fin da subito.

Giorno 1

Il protagonista della prima giornata è stato senza ombra di dubbio Martin Pellettier, VFX supervisor e capo della sede di Quebec City di Rodeo FX. Martin ha lavorato per Netflix ed HBO, facendo da supervisore degli effetti speciali di due serie televisive di successo planetario, Stranger Things e Game of Thrones. Nello specifico ci ha mostrato il processo creativo per lo sviluppo dei “mostri” di Stranger Things.

Notevole anche l’intervento di Peter Smart (Global Head Product Design di Fantasy) che consiglia caldamente di abbandonare l’idea del “MVP: Minimum Valuable Product” sostituendola con il suo “MLP: Most Loveble Product”.
Ci ha mostrato un caso di studio reale, la Royal Caribbean App che ha decisamente tutto fuorché l’essere il prodotto minimo funzionante.
Un’app davvero molto curata in tutti i suoi dettagli, che oltre a permettere la scelta della crociera è in grado di far sapere all’utente durante il viaggio tutto quello che può fare per massimizzare la sua vacanza.
Tutti i dettagli grafici sono riprodotti in 3D, perfino i delfini, le balene e chissà cos’altro ancora per rendere l’esperienza utente unica… Senza dubbio un sorprendente MLP!  

Qua una piccola anteprima:

Royal Caribbean App – Dead Ends

Altre note rilevanti del giorno sono state “The Mill” con Rama Allen, decisamente un personaggio di carattere, che ha presentato il progetto “When AI Beatboxing and Mixed Reality Collide” una performance dal vivo di Mill NY ECD Rama Allen, lo sviluppatore creativo Mike Manh e il campione Beatboxer Reeps One all’SXSW di quest’anno, che ha combinato AI, beatboxing e realtà mista per immaginare il futuro delle esibizioni dal vivo e della collaborazione artistica con tecnologie intelligenti.

The Reeplicator AI

Interessante anche Jekyll & Hyde di Marco Molteni (Co-Founder and Graphic Designer di J&H) che ci ha parlato di come si approcciano con il cliente e delle domande che si pongono con lui per raggiungere l’obiettivo finale del progetto in questione. Ho apprezzato molto il loro stile minimale ma molto attuale tra cui anche il re-design del logo e lo sviluppo del video trailer del DDD di questa edizione.

Jekyll & Hyde Research Process for Digital Design Days Rebranding

Giorno 2

Il direttore artistico di “Ars Electronica” Gerfried Stocker (che dal 1995 è a capo del team di artisti e tecnici ed è stato creatore del dipartimento di ricerca e sviluppo “FutureLab”) ci ha mostrato alcuni progetti tra cui una spettacolare dimostrazione, che coinvolge 100 piccoli droni lanciati verso il cielo in formazione in modo da comporre delle figure geometriche. Qui il making of:

The Making of Drone 100

Altro protagonista della giornata è Michael Gough (VP product design Uber) che a Uber gestisce un team di oltre 250 designer e ricercatori al lavoro ogni giorno per perfezionare l’interazione tra esperienza fisica e digitale.
Il suo talk era focalizzato soprattutto su come alcune scelte grafiche siano in grado di generare conseguenze nel mondo reale e nel far capire che alla base dei modelli di progettazione del suo team ci siano sempre al centro le persone.

Ho seguito con interesse anche l’intervento di Monogrid che ci ha mostrato alcuni casi di studio in cui è stata utilizzata la tecnologia Spark AR.
Le installazioni proposte sono state prodotte per nomi importanti tra cui Prada, Fendi, Burberry e molti altri.

Giorno 3

Il nome più atteso del sabato è quello di Rasmus Wangelin, con l’ultimo talk della giornata. Rasmus è il global design director di Spotify, il cui Design System, per me, è sempre stato un punto di riferimento quindi è stato bello poter vedere la storia dell’evoluzione del design della piattaforma e capire i motivi di alcuni approcci. Ad esempio quelli che potrebbero apparire trascurabili come il cambio di tonalità del loro verde, che ha permesso di introdurre una svariata tabella di colori da abbinare e di poterli utilizzare per rendere la piattaforma più simile alla musica, cioè dipinta di varie sfaccettature.

Ci hanno anche mostrato il progetto Rap Caviar che è diventato un vero e proprio brand partendo da una semplice playlist.
Hanno fatto studi grafici dedicati, rivolti anche ai party a tema, sottolineando che ora il brand/playlist “Rap Caviar” è diventata un punto di riferimento per i nuovi talenti della scena Hip Hop/Trap ed è ben riconoscibile anche al di fuori di Spotify.

Purtroppo non abbiamo potuto ascoltare l’intervento di Pentagram a causa di motivi di salute di Abbott Miller; il talk è stato sostituto da quello di Ditroit, un’azienda che personalmente stimo molto, specializzata nel campo del 3D, Motion Graphic.

Sono molto soddisfatto dei temi che ho potuto approfondire durante l’edizione di quest’anno; il DDD è decisamente un’occasione per fare networking e un evento da cui si possono trarre nuove ispirazioni ed ascoltare esperienze di persone che lavorano o che hanno lavorato con brand e aziende di rilevanza mondiale. È una conference che non può passare inosservata, per cui… Ci vedremo anche l’anno prossimo!

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