Studio IBM: 4 sfide per i CMO nell’era digitale

Un nuovo studio IBM condotto su 1700 Chief Marketing Officer di 64 paesi appartenenti a 19 settori d’industria rivela che la maggior parte dei più importanti direttori marketing del mondo riconosce che da tempo è in atto un cambiamento significativo e durevole delle modalità di coinvolgimento dei clienti, ma si interroga sulla preparazione delle proprie organizzazioni a gestire tale cambiamento.

La ricerca mostra nel contempo che le misure adottate per valutare il marketing stanno cambiando:

  • due terzi dei CMO ritiene che, entro il 2015, il rendimento sull’investimento delle attività di marketing sarà la misura principale dell’efficacia della funzione marketing;
  • il 50% dei CMO non si sente sufficientemente preparato a fornire cifre concrete e afferma di non avere un’influenza significativa in aree critiche quali lo sviluppo dei prodotti, la determinazione dei prezzi e la selezione dei canali di vendita;
  • mentre l’82% dei CMO afferma di pianificare l’aumento dell’uso dei social media nei prossimi tre-cinque anni, solo il 26% segue l’andamento dei blog, il 42% le recensioni di terzi e il 48% quelle dei consumatori per creare le proprie strategie di marketing.

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“Il punto di inflessione creato dai social media rappresenta un cambiamento permanente nella natura delle relazioni con i clienti”, ha affermato Carolyn Heller Baird, capo ricerca CRM per IBM Institute for Business Value e direttore globale dello studio. “Circa il 90% di tutte le informazioni create oggi in tempo reale è costituito da dati non strutturati. I CMO che utilizzano con esito positivo questa nuova fonte di informazioni si troveranno in una posizione forte per aumentare i ricavi, reinventare le loro relazioni con i clienti e creare un nuovo valore del brand”.

I consumatori condividono sempre più ampiamente le esperienze on-line. Questo attribuisce loro un maggiore controllo e influenza sui brand. Questo cambiamento nell’equilibrio di potere tra le organizzazioni e i loro clienti richiede al marketing nuovi approcci, strumenti e competenze per rimanere competitivi. I CMO sono consapevoli di questo scenario in evoluzione, ma hanno difficoltà a dare una risposta. Più del 50% dei CMO ritiene di non essere sufficientemente preparato a gestire cambiamenti importanti – dai social media a una maggiore collaborazione e influenza con i clienti – indicando che dovranno rivedere in modo significativo le proprie strategie marketing indirizzate al brand e quelle di prodotto.

Carolyn Heller Baird ha paragonato i direttori marketing che sottovalutano l’impatto dei social media a coloro che avevano mostrato lentezza a considerare Internet come una nuova e potente piattaforma per il commercio. Come l’ascesa del commercio elettronico una decina di anni fa, l’accettazione radicale dei social media da parte di tutte le categorie demografiche di consumatori rappresenta un’opportunità per i professionisti del marketing di generare maggiori ricavi, conferire valore al brand e reinventare la natura delle relazioni tra imprese e acquirenti. I direttori marketing che sono ricettivi rispetto alle informazioni derivanti dai social media saranno più preparati ad anticipare i cambiamenti futuri dei mercati e della tecnologia.

Anche se identifica la familiarità del cliente come massima priorità e riconosce l’impatto dei dati ottenuti in tempo reale come integrazione dei metodi tradizionali del channel marketing e raccoglie feedback di mercato, la maggior parte dei CMO afferma di rimanere ancorata ai metodi del 20° secolo. L’80% e oltre dei CMO intervistati si concentra ancora sulle fonti tradizionali di informazione come le ricerche di mercato e il benchmarking competitivo e il 68% fa affidamento sulle analisi delle campagne di vendita per prendere decisioni strategiche.

Gestire le quattro sfide

A livello collettivo, lo studio delinea quattro sfide principali con le quali i CMO si devono confrontare: l’esplosione dei dati, i social media, la scelta dei canali e dei dispositivi di interazione e lo spostamento demografico saranno infatti pervasivi, cambiando i giochi a livello universale per le organizzazioni di marketing nei prossimi tre-cinque anni.
Ma gran parte dei CMO si sente impreparata a gestire l’impatto.

Esplosione di dati: ogni giorno creiamo 2,5 quintilioni di byte di dati – così tanti che il 90% dei dati mondiali attuali è stato creato solo negli ultimi due anni. Il volume in aumento, la varietà e la velocità dei dati messi a disposizione dalle nuove fonti digitali come i social network oltre a fonti tradizionali come i dati sulle vendite e le ricerche di mercato, sono ai primi posti tra le sfide dei CMO. La difficoltà consiste nel modo in cui analizzare queste grandi quantità di dati per estrarre informazioni significative e come utilizzarle in modo efficace per migliorare i prodotti, i servizi e l’esperienza del cliente.

Piattaforme sociali: i social media consentono a ciascuno di noi di pubblicare, trasmettere e commentare. Facebook vanta più di 750 milioni di utenti attivi, con una media di 90 pubblicazioni di contenuti per utente al mese. Gli utenti di Twitter inviano circa 140 milioni di tweet al giorno. E i 490 milioni di utenti di YouTube in 60 giorni caricano un numero di contenuti video tre volte superiore a quello creato dalle principali reti televisive statunitensi nell’arco di 60 anni. I direttori marketing utilizzano le piattaforme sociali per comunicare, il 56% dei CMO considera i social media come uno dei canali principali di coinvolgimento, ma incontrano molte difficoltà nel ricavare informazioni preziose sui clienti dai dati non strutturati prodotti dai clienti stessi e da quelli potenziali.

Scelte del canale e dei dispositivi: il crescente numero di nuovi canali di marketing e dispositivi, dagli smart phone ai tablet, sta diventando rapidamente una priorità per i CMO. Si prevede che il commercio mobile raggiungerà i 31 miliardi di dollari entro il 2016 e che rappresenterà un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 39% dal 2011 al 2016. Nel frattempo si prevede che il mercato dei tablet raggiungerà circa 70 milioni di unità in tutto il mondo entro la fine di quest’anno, con una crescita pari a 294 milioni di unità entro il 2015.

Cambiamento demografico: i nuovi mercati globali e l’afflusso di generazioni più giovani con modelli di accesso alle informazioni e di consumo differenti stanno cambiando il volto del mercato. In India, ad esempio, si prevede che nei prossimi vent’anni la classe media passi dal 5% a circa il 40%. I CMO che si sono storicamente concentrati sui consumatori benestanti devono adattare le loro strategie per vendere a questa nuova classe media emergente. Negli Stati Uniti, i direttori marketing devono mostrarsi sensibili alla generazione del baby boom che sta invecchiando e all’aumento della popolazione ispanica.

Mancanza di influenza

I CMO di oggi devono affrontare molti più argomenti rispetto al passato. Devono gestire una maggior mole di dati provenienti da fonti diverse, interagire con clienti più preparati, adottare strumenti e tecnologie più sofisticate, acquisire maggior dimestichezza nell’utilizzo degli stessi ed essere nel contempo maggiormente responsabili dal punto di vista finanziario nei confronti delle proprie organizzazioni.

Il 63% dei CMO crede infatti che il rendimento degli investimenti (ROI) sulle spese di marketing diventerà entro il 2015 il fattore più importante per misurare il loro successo. Tuttavia, solo il 44% si sente del tutto preparato a essere ritenuto responsabile del ROI relativo al marketing.

Alla maggior parte dei CMO, tradizionalmente, non era richiesto di fornire prove economiche concrete relativamente al ROI. Ma, data l’attuale volatilità economica e la pressione, per essere redditizie le organizzazioni non possono più permettersi di emettere un “assegno in bianco” per le loro iniziative di marketing. I CMO riconoscono che ora dovranno quantificare il valore che portano all’azienda, che derivi da un investimento pubblicitario, da nuove tecnologie o da qualsiasi altra attività.

Questa crescente enfasi sul ROI riflette anche la centralità della funzione marketing oggi, di per sé un riflesso della crescente importanza di tale ruolo all’interno delle organizzazioni. I CMO di oggi si trovano in una posizione analoga a quella in cui si trovavano i chief financial officer (CFO) una decina di anni fa, quando il loro ruolo si è evoluto da “custodi dei cordoni della borsa” a consulenti strategici per l’azienda.

Se i CMO devono essere ritenuti responsabili dei ricavi del marketing che erogano, devono anche essere in grado di esercitare una forte influenza sulle “Quattro P”: promotion, products, place and price (promozione, prodotti, luogo e prezzo). Dallo studio si evince che, spesso, non è così.

I CMO affermano di esercitare una forte influenza sulle attività promozionali quali la pubblicità, la comunicazione esterna e le iniziative sui social media. Ma, in generale, hanno un ruolo più limitato nella formazione delle altre tre P. Meno del 50% dei CMO intervistati ha un forte controllo sulle parti principali del processo di determinazione dei prezzi e meno del 50% ha un impatto maggiore sullo sviluppo di nuovi prodotti o sulla selezione del canale.

Per affrontare queste nuove difficoltà i CMO devono aumentare la loro competenza digitale, tecnologica e finanziaria, ma molti sembrano reticenti al riguardo. Quando è stato loro chiesto quali saranno gli attributi necessari per avere un successo personale nel corso dei prossimi tre-cinque anni, solo il 28% ha risposto la competenza tecnologica, il 25% la competenza nei social media e il 16% la competenza a livello finanziario.

Lo Studio Globale sui CMO
L’IBM Global Chief Marketing Officer Study 2011 è il primo studio di IBM sui CMO e il quindicesimo della serie in corso degli studi C-suite sviluppati dall’IBM Institute for Business Value. Tra febbraio e giugno 2011, IBM ha incontrato 1734 CMO di 19 settori d’industria in 64 Paesi per capire meglio gli obiettivi e le difficoltà che devono affrontare. I partecipanti provengono da organizzazioni diverse che vanno dalle 48 delle 100 principali marche riportate nella classifica di Interbrand del 2010 alle aziende con un profilo soprattutto locale.
Per accedere all’IBM Global CMO Study 2011 completo, visitare il sito ibm.com/cmostudy.

Fonte | Mediakey

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